LUCA CARI
NON SONO DIO EVENTI
Festival della Letteratura di Mantova
Museo Storico del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
9 settembre 2016
Non sono Dio sono storie, spaccati di vita di un pompiere in azione, che non sono mai realmente slegate tra loro, ma sono unite da un filo conduttore che si delinea col proseguire della narrazione.
Non sono Dio al Tg Rai News24
16/10/2015 Edizione ore 20 - Intervista di Mario De Pizzo
"Ha scritto il suo secondo libro, Non sono Dio – Cronache di pompieri e di fuoco nemico: perché ha sentito l’esigenza di raccontare come si interviene sul campo?"
"È l’esigenza di raccontare il soccorso non da un punto di vista operativo ma emotivo. Ci sono interventi che segnano i vigili del fuoco dentro, dolori che si vivono e che restano" ...
Tg 5 La Lettura
22/1/2015 - Intervista di Carlo Gallucci
"Non tragga in inganno il titolo in copertina, Non sono Dio - Cronache di pompieri e di fuoco nemico di Luca Cari, sono racconti che compongono nell'insieme un vero e proprio romanzo, anche se parte dalla realtà quotidiana delle azioni dei vigili del fuoco".
"Non sono Dio è il grido disperato del protagonista di questo noir, Lelio caposquadra dei vigili del fuoco, difronte all'impossibilità di salvare tutti quelli che chiedono il suo aiuto"...
Tg1 Unomattina
4/12/2014 - Intervista di Franco Di Mare e Francesca Fialdini
Tg3 Linea Notte
4/12/2014 - Intervista di Maurizio Mannoni
Civita Castellana Domeniche culturali
Ex Carcerette 1 novembre 2015
Presentazione di Non sono Dio - Cronache di pompieri e di fuoco nemico, con la presenza dell’autore Luca Cari e della relatrice Francesca Dominici. Un libro che inchioda il lettore con un ritmo da cardiopalma, con un’efficacia linguistica secca, nervosa, mai eccessiva, mai esagerata. Luca Cari traspone le sue storie in un limbo quasi fiabesco, in un mondo fatto di emozione dove non c’è bisogno di nomi o di date.
PIOVEVA QUEL SABATO D'OTTOBRE
“Tirami fuori da qui, non farmi morire!”
L’insopportabile richiesta d’aiuto della ragazza colpì Lelio come un cazzotto allo stomaco. Era meglio quando perdevano i sensi, così non urlavano di essere salvati. Si sarebbe dato da fare comunque, senza bisogno di sollecitazioni emotive.