APNEA RECENSIONI
LUCA CARI Il portavoce dei Vigili del fuoco: il più difficile degli interventi
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"NOI SOTT'ACQUA PER SALVARE VITE E' STATA DURA, NON CHIAMATECI EROI"
TEODORO CHIARELLI, LA STAMPA, 09/01/2022
Dieci anni fa, alle 21.42 di un venerdì 13 qualunque.
Costa Concordia, 4.200 persone a bordo fra
passeggeri ed equipaggio, dopo un inchino suicida
a soli novanta metri dall'isola del Giglio, si schianta
all'altezza degli scogli della Gabbianara. Doveva
essere l'ultima tappa della crociera "Profumo
d'agrumi", diventerà la più grande, assurda tragedia
della marineria italiana del dopoguerra.
Quando le prime squadre dei vigili del fuoco
arrivano al Giglio, poche ore dopo, è buio pesto.
Davanti a loro, adagiata su un fianco, la grande
balena bianca agonizza in un tripudio di scariche elettriche. Albi, Andre, Bartolo, Beppe, Bronco, Lallo, Massi e Trap sono gli otto pompieri saliti a bordo per primi con il loro comandante Ennio Aquilino. Strapperanno da morte certa centinaia di persone ferite, intrappolate, smarrite e in molti casi abbandonate a loro stesse durante le manovre di evacuazione. Eroi? Luca Cari è responsabile della comunicazione in emergenza del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Da lunghi anni una presenza costante, sempre in prima fila sul campo delle tragedie nazionali: terremoti, alluvioni, grandi disastri, il ponte Morandi. «Eroi? Nessuno di quei vigili del fuoco altamente specializzati vuole oggi sentirsi chiamare eroe, perché chi fa questo mestiere è allenato nel corpo e nella mente ad affrontare situazioni drammatiche e lo vive come la normalità». Eppure, anche per lui, la Concordia è stata qualcosa di più e di diverso rispetto ad altre tragedie, magari con un bilancio di morti ancora più pesante rispetto alle 32 vittime della nave maledetta. Uno scenario unico al mondo, mai verificatosi prima e destinato a entrare nella storia.
«È evidente - prosegue Cari - che hanno compiuto qualcosa di eccezionale, di totalmente al di fuori della norma. Per terremoti, alluvioni e altre sciagure ci sono linee guida pianificate, sai come muoverti. Quel che è avvenuto con la Concordia era al di fuori dell'immaginazione. È stato tutto un lavoro di adattamento ed elaborazione». Immergersi nelle viscere di una nave colossale come la Concordia, ogni ponte un inestricabile labirinto di cabine, saloni e corridoi, dove ti arriva addosso di tutto, dall'armadio, al tavolo, al divano, un'acqua putrida e buia, non è come immergersi in mare aperto. «Non hai vie di fuga - raccontarono 10 anni fa due di questi vigili del fuoco, Riccardo Malatesta e Luca Scaldaferro, alla Stampa- Non puoi risalire in verticale, devi per forza uscire da dove sei entrato. Ti serve la sagola-guida o filo d'Arianna, ma devi saperlo usare, sennò rischi di imbrigliarti da solo e son dolori. Si procede al buio, perché l'acqua è intorbidita dalla decomposizione di corpi, cibo e scorte. Devi avere rapporti profondi, legami strettissimi con i tuoi partner, una fiducia convinta e totale».
Gente semplice, stipendio da dipendente pubblico, questi uomini come tanti altri impegnati nei soccorsi e nelle ricerche, sono la faccia presentabile di un Paese che nei momenti di emergenza sa ritrovare coesione, solidarietà, orgoglio e dignità.
«L'enorme scafo della Concordia - racconta Cari - scivolava verso il fondo del mare. Quei nove pompieri hanno dato anima, cuore e braccia per individuare e soccorrere tutti i sopravvissuti. I miei colleghi erano convinti che la nave sarebbe affondata del tutto, scivolando 70 metri più in basso. Non hanno, però, tentennato neppure per un istante. Poi, fortunatamente, la Concordia rimase aggrappata agli scogli». La ricompensa più grande? «Ogni vita salvata è un premio - dice Cari, che agli 8 sub dei Vigili del Fuoco e al loro comandante ha dedicato un libro, "Apnea", scritto con la giornalista Virginia Piccolillo, edito da Mondadori - Ma anche la soddisfazione di aver contribuito a restituire l'onore al nostro Paese».
«APNEA», I NOVE EROI DELLA CONCORDIA: IN TV LA LORO IMPRESA INEDITA
A dieci anni dalla tragedia, nasce una serie-tv, «Apnea», prodotta da Lux Vide, liberamente ispirata al libro omonimo (Mondadori), scritto da Virginia Piccolillo e Luca Cari
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EMILIA COSTANTINI, IL CORRIERE DELLA SERA, 10/01/2022
«Siamo finalmente saliti in cima alla nave, ma non è facile starci. La nave dà
grossi scossoni e restare in piedi sulla murata liscia come una lastra di ghiaccio
è complicato. Il rumore del ferro che striscia contro la roccia è un gemito che
dice tutto. La nave sta andando a fondo. Non so che fine faremo». È la notte
del 13 gennaio 2012 quando, per una manovra azzardata, la Costa Concordia
urta uno scoglio nelle acque dell’arcipelago toscano nei pressi dell’Isola del
Giglio: nel bestione di 114.000 tonnellate si apre una falla di 70 metri sul lato
sinistro della carena. Otto vigili del fuoco, col loro comandante, portano in s
alvo 39 naufraghi. E su 4229 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio,
si conteranno 32 morti.
A dieci anni dalla tragedia, nasce una serie tv, «Apnea», prodotta da Lux Vide,
liberamente ispirata al libro omonimo (Mondadori), scritto dalla giornalista del
«Corriere della Sera» Virginia Piccolillo e da Luca Cari, responsabile della
comunicazione in emergenza del corpo nazionale dei vigili del fuoco, in uscita
il 13 gennaio con il podcast di Matteo Liuzzi, Niccolò Martìn, Francesca Gagliardi,
con la voce narrante di Carlo Lucarelli e la regia di Laszlo Barbo. «Raccontiamo
la storia dei nove vigili che hanno rischiato la loro vita per salvarne altre ed è
rimasta nascosta per tutti questi anni — spiega il produttore Luca Bernabei da
cui è partita l’idea del progetto —. Nove eroi, finora sconosciuti al pubblico, del
più grande disastro navale italiano». Ritorna così in tv un’avventura inedita.
«Io l’ho saputa per caso, perché frequento da un paio d’anni uno di loro, Sandro Scoccia. Un giorno, mentre eravamo all’Argentario, mi stava dando consigli su come governare una barca. En passant, mi racconta la sua nottata di dieci anni fa tra i passeggeri feriti, intrappolati, smarriti dentro quel colosso che affondava. Resto sorpreso e gli chiedo come mai non si sapeva nulla della loro opera di salvataggio. Mi risponde: perché è il nostro dovere».
Albi, Andre, Bartolo, Beppe, Bronco, Lallo, Massi, Trap: questi i loro soprannomi, cui si aggiunge il comandante Ennio Aquilino.
«Nessuno dei vigili del fuoco vuole sentirsi chiamare eroe. Sono allenati nel corpo e nella mente per affrontare situazioni drammatiche, che vivono come la normalità, ma dove possono restare vittime essi stessi. E infatti poi ne portano le cicatrici: alcuni di loro sono andati in psicoanalisi perché, accanto ai naufraghi che salvavano, c’era purtroppo chi galleggiava senza vita».
Perché il titolo «Apnea»?
«È quella che hanno vissuto nelle dieci ore di soccorso: sapevano di entrare in quell’inferno, non sapevano se ne sarebbero usciti».
Tra le tante vicende umane intercettate in quell’inferno?
«Una giovane coppia di coreani: erano in viaggio di nozze e quella sera quando rientrano in cabina inizia il disastro. E allora si stendono sul loro letto e, mano nella mano, aspettano di morire... invece sono stati salvati. Di un’altra vicenda drammatica è protagonista una hostess dell’equipaggio, con una gamba fratturata. Era pietrificata dal dolore, non poteva muoversi, sarebbe morta annegata, invece sono riusciti a portarla fuori. Però la nostra fiction, che sarà trasmessa da un network internazionale, non è un disaster movie, bensì il racconto di una vittoria del bene sull’orrore di una tragedia».
Che effetto le ha fatto essere tra i 500 più importanti top manager al mondo?
«Ne sono onorato sia perché lo condivido con altri manager italiani e perché il riconoscimento non riguarda solo me, ma l’intero team che lavora per Lux Vide».
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«APNEA»: IL PRIMO PODCAST SUI SOCCORRITORI DELLA COSTA CONCORDIA IN ESCLUSIVA SU RAI PLAY SOUND
6 puntate prodotte da Lux Vide e raccontate da Carlo Lucarelli
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La notte del 13 gennaio 2012, otto Vigili del Fuoco e il loro comandante affrontarono il
naufragio della nave passeggeri più grande della storia della marineria italiana, la Costa
Concordia. Oggi, quella notte rivive nel podcast «Apnea», 6 puntate prodotte da Lux Vide,
nate da un’idea di Luca Bernabei, scritte da Matteo Liuzzi e Niccolò Martin con la cura
editoriale di Maria Francesca Gagliardi, raccontate da Carlo Lucarelli e distribuite in
esclusiva su Rai Play e Rai Play Sound. I materiali inediti, i contributi e le testimonianze
esclusive dei protagonisti, per un racconto che vuole dare voce - non solo attraverso
l’audio ma anche il videopodcast, diretto dal regista Laszlo Barbo - a chi, quella notte, si
è immerso nell’abisso senza avere la certezza che ne sarebbe uscito vivo.
«Apnea», nato dalla collaborazione fra Lux Vide, Rai Digital e Rai Radio, sarà disponibile
su Rai Play e Rai Play Sound dal 13 gennaio, nel decimo anniversario del naufragio.
Luca Bernabei, amministratore delegato Lux Vide: «Raccontiamo la storia dei nove vigili,
che hanno rischiato la loro vita per salvarne altre. Un’opera di salvataggio sospesa tra la
vita e la morte. Una storia che è rimasta nascosta per tutti questi anni, perché chi fa il
vigile del fuoco non si sente un eroe, non si vanta, spesso non racconta neanche a se
stesso ciò che ha compiuto, rimane solo con indosso la sensazione di aver fatto bene il
proprio dovere. La Lux è tradizionalmente interessata a far emergere le vicende di
personaggi che fanno bene il loro lavoro, per parlare bene dell’Italia che, soprattutto in
certe occasioni, dimostra di avere coraggio e compassione».
Roberto Sergio, direttore Rai Radio, ha subito creduto nel progetto. «Fin dal primo istante in cui abbiamo parlato di questo progetto con i colleghi di Lux Vide, ho capito che avevamo fra le mani una storia che non potevamo non raccontare. Credo che per l’editore di servizio pubblico sia un dovere morale rendere onore alla squadra di soccorritori che si immersero quella notte nella nave che affondava, a rischio della loro stessa vita. Il nostro compito è raccontare storie. Lo è sempre stato in radio e lo è oggi ancora di più con i podcast su Rai Play Sound. Storie come quelle di Apnea hanno una forza potentissima perché parlano di umanità, sacrificio, sfida per la vita e toccano le corde dell’emozione e del ricordo. Per questo abbiamo subito messo a disposizione la nostra nuova piattaforma e sono sicuro che Apnea sarà fra i nostri podcast più ascoltati».
Elena Capparelli, direttore Rai Play e Digital: «Siamo felici che a poco più di tre settimane del lancio di RaiPlaySound, l’offerta si arricchisca di un prodotto original come Apnea. Stiamo lavorando perché sempre più pubblico conosca le potenzialità della nuova piattaforma del Servizio Pubblico per l’ascolto digitale e avere prodotti di grande valore e che intercettano gli interessi di un pubblico ampio, va esattamente in questa direzione».
CONCORDIA: A 10 ANNI DA NAUFRAGIO ESCE 'APNEA' DI LUCA CARI E VIRGINIA PICCOLILLO
ADNKRONOS, 13/01/2022
A dieci anni dal naufragio della Costa Concordia esce 'Apnea-Costa Concordia, otto vigili del
fuoco e l’impresa mai raccontata', scritto a quattro mani da Luca Cari, responsabile della
comunicazione in emergenza del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, e Virginia Piccolillo,
giornalista del 'Corriere della Sera', edito da Mondadori. Nel libro, per la prima volta, otto
pompieri, Sandro Scoccia, Roberto Trapassi, Sergio Bronchini, Alberto Falciani, Giuseppe
Bartalotta, Andrea Bardi, Massimiliano Bennati, Stefano Bartolommei e il loro comandante
Ennio Aquilino, che salirono a bordo della Costa Concordia mentre imbarcava acqua dopo
un inchino suicida a soli novanta metri dall’isola del Giglio, svelano cosa è successo
veramente dentro le viscere della nave. Nessuno di quei vigili del fuoco altamente
specializzati vuole oggi sentirsi chiamare eroe, perché chi fa quel mestiere è allenato nel
corpo e nella mente ad affrontare situazioni drammatiche e lo vive come la normalità. Eppure leggendo le gesta di questi uomini, resi ciechi dal buio della notte e frustati dal mare mosso, è evidente che hanno compiuto qualcosa di eccezionale, di totalmente al di fuori della norma.
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SQUADRA VIGILI DEL FUOCO: 'VIVI PER MIRACOLO MA NON ABBIAMO ABBANDONATO LA CONCORDIA''
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Le voci degli otto pompieri e del comandante che hanno salvato i naufraghi nel libro Apnea di Cari e Piccolillo
ADNKRONOS, 13/01/2022
'''Per ora tutto bene' penso mentre scendo dalla biscaglina di poppa. Per ora. Non
sappiamo se ci sono dispersi a bordo oppure se ce ne sono in mare. Credo però che
sia un miracolo non esserci inabissati, una grazia di Dio che la Concordia sia ancora
qua. Guardo i miei uomini. È un onore averli visti lavorare. È un sollievo che stiano
tutti bene. Ma stanotte ho avuto paura. Conosco loro e conosco le loro famiglie, non
è stato facile non dare lo stop alle operazioni mentre sentivo lo sfregare metallico
della nave sul fondale, sapendo che se ne stava andando verso lo sprofondo con noi
dentro. Siamo rimasti qua. Siamo saliti in nove e in nove ne usciamo vivi. I vigili del
fuoco non hanno abbandonato la nave''. E' il racconto, a missione conclusa, di Ennio
Aquilino, comandante della squadra di otto pompieri che salirono a bordo della Costa
Concordia mentre imbarcava acqua davanti al Giglio per salvare i naufraghi ancora a bordo, contenuto nel libro 'Apnea' di Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, e Virginia Piccolillo, giornalista del 'Corriere della Sera', edito da Mondadori.
Sono le voci dei pompieri, che nel testo sono indicati con i loro soprannomi (Albi, Andre, Bartolo, Beppe, Bronco, Lallo, Massi e Trap) a ripercorrere quei momenti durissimi e interminabili. Tra i tanti salvataggi Bartolo racconta quello di tre naufraghi, ''una signora portatrice di handicap, una signora anziana e piuttosto in carne'' ed Elena, un membro dell'equipaggio.
''Devo capire come fare per portarle di sopra - racconta - Il sistema lo trovo da pompiere, ossia arrangiandomi. Vedo poco distante un cancelletto in metallo. Uno di quelli che stanno nei giardini. Lo scardino, lo giro in maniera che la griglia formi dei pioli e lo lego a una cima. Faccio salire la prima signora''. Un salvataggio eseguito da solo. ''Sono ancora solo - ricorda Bartolo - Non vedo gli altri. Una cosa che mi toglie il respiro''. Ma mentre Bartolo sta per portare in salvo l'ultima del gruppo guarda su e vede i suoi compagni. ''Per primo Bronco, poi Lallo, Beppe. Eccoli - racconta - Non sono più solo. Mi sento rincuorato dalla loro presenza. Mi aiutano nell’ultimo tratto fino alla murata. Ma non è solo questo, il loro aiuto è anche psicologico. Siamo pochi ma siamo una squadra''.
''La nave si sta muovendo - è il racconto di Trap - Dopo essersi ribaltata quasi completamente ha trovato il fondale che digrada. E ora ci sta scivolando sopra, muovendosi verso il baratro di settanta metri che c’è più in là. Che ci porterà a fondo con lei è una certezza. Sento gli scatti che fa accompagnati da rumori di lamiera e scossoni che mi buttano a terra. Si muove e ci tiene a farmelo sapere. Magari mi sta avvisando di scappare. No. Vuole solo farmi paura. Ci riesce. Ma ho davanti ai miei occhi questi due ragazzi ed evito di pensarci. Devo occuparmi di loro. Senza perdere tempo''.
''C’eÌ€ ancora gente che grida di sotto - ricorda il comandante - Tanta. Troppa da gestire per un’evacuazione complessa com’è questa. Regna il panico, tutti cercano la salvezza e appena ci vedono la reclamano all’unisono. Ma siamo pochi. La Concordia eÌ€ grande come una cittaÌ€. Ci muoviamo in un ambiente ostile e sconosciuto, dove sarebbe facile perdersi pure in condizioni normali e con la luce. Anche così non troveresti mai il bar o la sala massaggi o il cinema senza chiedere o seguire le indicazioni dei cartelli. E adesso che eÌ€ tutto sottosopra eÌ€ impossibile orientarsi. Ma come si fa a svuotare una nave da crociera senza avere a disposizione una mappa?''.
''Con Lallo e Bronco ci muoviamo nel buio - ricorda Beppe - Le lampade che abbiamo sul caschetto non illuminano quanto servirebbe eppure quanto basta per farci trovare un gruppo di naufraghi. Stanno l’uno accanto all’altro. Ammucchiati non so se per il freddo o per farsi coraggio. 'Siamo vigili del fuoco!' gli urlo per rassicurarli. Di solito funziona. La nostra presenza è un toccasana per chi è in pericolo. Ma stavolta niente. Manco un fiato. Neppure una mossa. Sono imbambolati, pare quasi che siano in trance. Il sussulto della nave che scivola verso il fondo mi dà una svegliata. Non si può andare per il sottile qua. «Forza!» urlo con tutto il fiato che ho nei polmoni. E sento anche gli altri fare lo stesso. La nave dà un altro scossone. Più forte di prima. Accompagnato da un rumore di lamiere che si accartocciano e di vetri che si rompono. Ci fermiamo. Ci guardiamo per un attimo negli occhi. Andiamo avanti. Ma la sensazione è che stiamo affondando. Abbraccio due delle donne che ho vicino e comincio con loro. Non c’è tempo da perdere''.
''Mantengo costante e sotto controllo il livello della paura - racconta ancora Trap in un altro passaggio del libro - Non troppa da bloccarmi, neppure troppo poca da rendermi avventato. Comunque ce l’ho. Anche gli altri. Dopo il Com sono il più alto in grado e i colleghi a uno a uno vengono da me a dirmi: 'Si sta andando a fondo'. 'Te ne sei accorto che di qui non si esce? Che si fa?' Già: che si fa? È una domanda con una sola risposta. Molesta. Perché finché c’è gente che chiede aiuto si va avanti. Ma ce n’è tanta. Troppa. Dobbiamo tirarla fuori. Presto. Mantengo la paura al livello di sicurezza e vado avanti''.
''Sono bloccati nel fondo della cabina - è uno stralcio del racconto di Lallo - Il solito pozzo. Mi ricordano quella volta che recuperammo da un anfratto profondo un cane da caccia. Era caduto dentro e non riusciva a tirarsi fuori. Aveva gli occhi pieni di paura. La stessa che vedo adesso in questi due signori. Li illumino e la riconosco. EÌ€ quella dell’animale in trappola consapevole di stare per morire. Lo sente per istinto''. E infine dopo aver portato in salvo moglie e marito Lallo ricorda: ''Sul ponte capisco che anche questo salvataggio eÌ€ fatto e lancio un urlo d’animale come fece quel cane quando lo tirai fuori. Il mio istinto ha preso il sopravvento sulla ragione. Ma non del tutto: l’urlo eÌ€ rimasto dentro di me, nessuno l'ha sentito. Eppure era forte''.
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LUCA CARI, VIRGINIA PICCOLILLO “APNEA”
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LIVIO PARTITI, IL POSTO DELLE PAROLE, 13/01/2022
Luca Cari è responsabile della comunicazione in emergenza del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Per l’inchiesta “Noi pompieri nel barcone dell’orrore” ha vinto il Premio giornalistico “Giustizia e Verità” Franco Giustolisi 2016. Ha inoltre pubblicato Mai più Concordia (2014), Non sono Dio (2014) e Maledetto Appennino (2017). È subito intervenuto per la tragedia della Concordia e nel 2014 gli è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica. In quei mesi, per i suoi tre figli, Pier Francesco, Andrea e Benedetta, fu a lungo un disperso che a volte tornava a casa.
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CONCORDIA: 10 YEARS AFTER THE SHIPWRECK, ‘APNEA’ BY LUCA CARI AND VIRGINIA PICCOLILLO COMES OUT
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ALWAYS FRESH NEWS, 13/01/2022
Ten years after the sinking of the Costa Concordia, ‘Apnea-Costa Concordia,
eight firefighters and the untold company’ comes out, written jointly by
Luca Cari, head of emergency communication of the National Fire Brigade,
and Virginia Piccolillo, journalist of the ‘Corriere della Sera’, published by
Mondadori. In the book, for the first time, eight firefighters, Sandro Scoccia,
Roberto Trapassi, Sergio Bronchini, Alberto Falciani, Giuseppe Bartalotta,
Andrea Bardi, Massimiliano Bennati, Stefano Bartolommei and their
commander Ennio Aquilino, who boarded the Costa Concordia while
embarking water after a suicidal bow just ninety meters from the island of Giglio, reveal what really happened inside the bowels of the ship. in the mind to face dramatic situations and experiences it as normal. Yet reading the deeds of these men, blinded by the darkness of the night and whipped by the rough sea, it is evident that they have accomplished something exceptional, totally outside the norm.
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COSTA CONCORDIA, DIECI ANNI DOPO: DUE SOCCORRITORI RACCONTANO
I due libri di Luca Cari sul naufragio
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RENATO VIGNA, IL MESSAGGERO VITERBO, 14/01/2022
«Ricordo l'impressione - dice Cari - che mi fece quel gigante sdraiato sul fianco. Da
lontano vidi una fascia bianca illuminata e mi parve il porto: era la Concordia ed era
più grande del porto stesso. Sulla banchina c'era una marea di gente, i più fortunati
con le coperte addosso per il freddo. Una nostra squadra di 8 vigili del fuoco, più il
loro comandante, stavano dentro a fare soccorso. È la loro storia che ho raccontato
in Apnea, il libro scritto per Mondadori. Tirati fuori tutti, fino alla notte successiva
non accadde nulla. Poi le voci, il ritrovamento degli sposini coreani con un intervento
eccezionale».
Per Cari, che vive tra Roma e Civita Castellana, la notte di quel salvataggio
«ricordo che sul gommone salivamo e scendevamo al ritmo delle onde. Su e giù per almeno tre metri. Poi la vittoria: le nostre squadre portarono all'esterno della nave i due ragazzi. Il giorno dopo salvammo il commissario di bordo, poi da lì in poi tanto dolore: recuperammo solo corpi senza vita. Trentadue, tra cui la bambina. Una sofferenza per tutti noi. Per mesi restai sull'isola e fui anch'io un disperso che ogni tanto tornava a casa».
Paoletti anche ieri era al Giglio. «Senza quella nave dice ora è tutto diverso. Ci sono stato due mesi qui, ricordo i volti delle persone travolte da quel naufragio, il salvataggio della famiglia coreana il primo giorno e poi quelle successive. Alla fine c'è stata una grande soddisfazione, che ci ha dato ancora più forza per portare avanti quella missione, in collaborazione con altre forze di soccorso italiane. Purtroppo, io ho partecipato anche al recupero dei corpi di persone decedute».
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TWO RESCUERS FROM VITERBO TELL. THE TWO BOOKS BY LUCA CARI
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ITALY 24 NEWS, 14/01/2022
Costa Concordia ten years after the tragedy. On the Island of Giglio in those days there
were two Viterbo people: Luca Cari, national head of fire brigade communication, author
of two books on that disaster: Mai più Concordia (2014) and Apnea, released in recent
days; and Fabio Paoletti of the underwater and aquatic nucleus of the Viterbo brigade, who
rescued three survivors. The memories of those days of the shipwreck are still alive: «I
remember the impression – says Cari – that that giant lying on his side gave me. From a
distance I saw a white illuminated strip and it seemed to me the port: it was the Concordia
and it was bigger than the port itself. On the quay there was a flood of people, the luckiest
with blankets on from the cold. Our team of 8 firefighters, plus their commander, were inside
to help. It is their story that I told in Apnea, the book written for Mondadori. All out, nothing
happened until the next night. Then the rumors, the finding of the Korean newlyweds with an exceptional intervention ». For Cari, who lives between Rome and Civita Castellana, on the night of that rescue «I remember that on the rubber dinghy we went up and down to the rhythm of the waves. Up and down for at least three meters. Then the victory: our teams took the two boys outside the ship. The next day we saved the Purser, then from then on so much pain: we only recovered lifeless bodies. Thirty-two, including the little girl. A pain for all of us. For months I stayed on the island and I too was a missing person who came home from time to time ».
Paoletti was also yesterday at Giglio. “Without that ship, he says it’s all different now. I spent two months here, I remember the faces of the people overwhelmed by that shipwreck, the rescue of the Korean family the first day and then the following ones. In the end there was a great satisfaction, which gave us even more strength to carry out that mission, in collaboration with other Italian rescue forces. Unfortunately, I also participated in the recovery of the bodies of deceased people “
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LA NOTTE DELLA CONCORDIA E I VIGILI DEL FUOCO EROI NEL PODCAST “APNEA”
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IL TIRRENO, 14/01/2022
ROMA. La notte del 13 gennaio 2012 otto vigili del fuoco e il loro comandante affrontarono il naufragio della nave
passeggeri più grande della storia della marineria italiana, quello della Costa Concordia. Oggi, quella notte rivive nel
podcast “Apnea”, sei puntate prodotte da Lux Vide, nate da un’idea di Luca Bernabei, scritte da Matteo Liuzzi e Niccolò
Martin con la cura editoriale di Maria Francesca Gagliardi, raccontate da Carlo Lucarelli e distribuite in esclusiva su
RaiPlay e RaiPlay Sound.
I materiali inediti, i contributi e le testimonianze esclusive dei protagonisti, per un racconto che vuole dare voce – non
solo attraverso l’audio ma anche il videopodcast, diretto dal regista Laszlo Barbo – a chi, quella notte, si è immerso
nell’abisso senza avere la certezza che ne sarebbe uscito vivo. Luca Bernabei, amministratore delegato Lux Vide,
sottolinea: «Raccontiamo la storia dei nove vigili che hanno rischiato la vita per salvarne altre. Un’opera di salvataggio
sospesa tra la vita e la morte. Una storia che è rimasta nascosta per tutti questi anni, perché chi fa il vigile del fuoco
non si sente un eroe, non si vanta, spesso non racconta neanche a se stesso ciò che ha compiuto, rimane solo con
indosso la sensazione di aver fatto bene il proprio dovere». Roberto Sergio, direttore di Rai Radio, ha subito creduto nel
progetto: «Fin dal primo istante in cui abbiamo parlato di questo progetto con i colleghi di Lux Vide, ho capito che
avevamo fra le mani una storia che non potevamo non raccontare. Credo che per l’editore di servizio pubblico sia un
dovere morale rendere onore alla squadra di soccorritori che si immersero quella notte nella nave che affondava, a
rischio della vita. Il nostro compito è raccontare storie. Lo è sempre stato in radio e lo è oggi ancora di più con i podcast
su RaiPlay Sound. Storie come quelle di “Apnea” hanno una forza potentissima perché parlano di umanità, sacrificio,
sfida per la vita e toccano le corde dell’emozione e del ricordo. Per questo abbiamo subito messo a disposizione la
nostra nuova piattaforma e sono sicuro che “Apnea” sarà fra i nostri podcast più ascoltati ».
«Siamo felici – commenta Elena Capparelli, direttore RaiPlay e Digital – che a poco più di tre settimane del lancio di
RaiPlay Sound, l’offerta si arricchisca di un prodotto original come “Apnea”. Stiamo lavorando perché sempre più
pubblico conosca le potenzialità della nuova piattaforma del servizio pubblico per l’ascolto digitale e avere prodotti di
grande valore».
GLI OTTO EROI DELL'ISOLA E QUELLA NOTTE IN "APNEA"
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ERNESTO MENICUCCI, IL MESSAGGERO, 14/01/2022
ROMA - Otto nomi, o meglio otto soprannomi: Albi, Andre, Bartolo, Beppe, Bronco, Lallo, Massi, Trap.
Otto storie, scandite dai minuti della terribile notte della Concordia, dieci anni fa. Un “Titanic” all’italiana,
visto con gli occhi dei primi soccorritori – otto vigili del fuoco della sezione di Grosseto – che in “Apnea”
(figurata, nel senso che è come se avessero trattenuto il respiro per tutto quel tempo), il libro scritto da
Virginia Piccolillo (inviata del Corriere della Sera) e Luca Cari (responsabile della comunicazione dei Vigili
del fuoco), raccontano quelle drammatiche ore. La paura di entrare nello scafo della nave già ribaltata,
la consapevolezza di non poter più uscire, il coraggio di rimanere per portare in salvo un centinaio di
passeggeri rimasti dentro, dopo che il comandante Schettino era già fuggito. E l’orgoglio, da veri eroi
civili, di poter dire che dopo il loro ingresso sulla Concordia non è più morto nessuno. Un racconto
corale, avvincente, visto con i loro occhi, i loro cuori, i loro sentimenti. Un libro da leggere in “apnea”
per non dimenticare, dieci anni dopo.
APNEA, QUEGLI OTTO VIGILI DEL FUOCO EROI SULLA CONCORDIA
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Con Cari e Piccolillo l'impresa di salvataggio mai raccontata
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(ANSA) - ROMA, 16 GEN - LUCA CARI - VIRGINIA PICCOLILLO, APNEA. COSTA CONCORDIA, 8 VIGILI DEL FUOCO E L'IMPRESA MAI RACCONTATA (Mondadori, pp.144, 18 euro)
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MARZIA APICE, ANSA, 16/01/2022
Di quel 13 gennaio 2012, quando per un "inchino" azzardato e arrogante la nave da crociera Costa
Concordia è naufragata a 500 metri dal porto dell'isola del Giglio, si ricorda ancora tutto: nessuno ha ancora
dimenticato l'immagine del gigante d'acciaio accasciato e sconfitto che ha fatto il giro del mondo, il dolore e
le lacrime per le 32 vittime accanto al terrore fisso negli occhi dei sopravvissuti, l'impiego straordinario di
mezzi di soccorso, la generosità degli abitanti dell'isola, le responsabilità dello schianto, l'allarme dato in
ritardo e l'abbandono dei naufraghi.
Ma di quella notte tragica esiste anche un'altra storia da raccontare, che in pochi conoscono: quella della
squadra di 8 vigili del fuoco che con il loro comandante hanno portato in salvo centinaia di persone
intrappolate, in una spasmodica lotta contro il tempo. È a questi eroi rimasti sconosciuti all'opinione
pubblica che Virginia Piccolillo, giornalista del Corriere della Sera, e Luca Cari, responsabile della
comunicazione in emergenza del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, rendono omaggio nel libro "Apnea",
edito da Mondadori a 10 anni dal naufragio. Camminando al buio sul pavimento scivoloso e inclinato di
una nave con oltre 4000 persone a bordo che sembrava ormai pronta a inabissarsi (nessuno infatti poteva
sapere che la Concordia si sarebbe incagliata su due speroni di roccia granitica), di fronte a uno scenario
inatteso a cui hanno dovuto reagire con prontezza e spirito di iniziativa, Albi, Andre, Bartolo, Beppe, Bronco,
Lallo, Massi e Trap - questi i soprannomi degli uomini che hanno compiuto l'impresa - non si sono mai
fermati, dosando la paura di morire, sentendola addosso, ma senza lasciarsi sopraffare, con l'unico
disperato obiettivo di aiutare quanti più passeggeri possibile rimasti prigionieri di quel mostro di lamiere. Un salvataggio che la squadra di pompieri non ha mai in questi anni considerato eroico, ma semplicemente parte del lavoro di un vigile del fuoco ben addestrato al pericolo e all'emergenza. Ed è proprio il senso di questa "normalità", accanto all'orgoglio di aver fatto il proprio dovere, che i protagonisti hanno custodito nel cuore e nella memoria, tenendo dentro di sé, in "apnea" appunto, ogni istante vissuto nelle viscere di quella città galleggiante trasformata da paradiso del divertimento in inferno. "Fortuna e capacità e coraggio e incoscienza insieme, condensati in un frangente della vita di otto uomini normali che realizzarono un'impresa grandiosa. Che si sono tenuti per sé. Poco clamore nelle cronache, pochi discorsi e racconti. Troppo difficile da condividere con chi non c'era", scrivono gli autori in pagine dense e di grande impatto. Impossibile non farsi coinvolgere emotivamente da un racconto vivissimo, così vero da riuscire a trasferire al lettore intatte e potenti tutte le emozioni e tutti i pensieri, il senso di abnegazione e l'adrenalina, nella ferma volontà di spendersi fino alla fine rischiando in prima persona per individuare e soccorrere tutti i sopravvissuti che non erano riusciti a mettersi in salvo dopo l'ordine di abbandonare la nave. "Oggi loro ripensano, con commozione, a quei sommersi salvati", scrive Piccolillo nella postfazione, "Ma di quella notte si portano ancora dietro l'amarezza, mai sopita, di non essere riusciti a soccorrere anche chi non ce l'ha fatta. Impossibile. Erano già tutti morti quando loro, avvertiti in ritardo, riuscirono, precipitosamente, ad arrivare sulla nave. Ma da quel momento in poi non si contò più alcuna vittima. Loro lo sanno. Ne vanno orgogliosi. Ma non se ne vantano. Sono convinti di aver fatto solo ciò che avrebbe fatto chiunque". Dal libro, le cui pagine raccontano in presa diretta ogni istante dell'avventuroso salvataggio, è tratto anche l'omonimo podcast in 6 puntate, prodotto da Lux Vide e nata da un'idea di Luca Bernabei. Scritta da Matteo Liuzzi e Niccolò Martin con la cura editoriale di Maria Francesca Gagliardi, la serie (che ha anche dei contenuti video, per la regia di Laszlo Barbo) è raccontata da Carlo Lucarelli e distrib uita in esclusiva su Rai Play e Rai Play Sound a partire dal 13 gennaio. (ANSA).
APNEA, THESE 8 HEROIC FIREFIGHTERS ON THE COSTA CONCORDIA – BOOKS
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THE DAILY POSTS, 16/01/2022
From that January 13, 2012, when for a risky and arrogant “bow” the
cruise ship Costa Concordia sank 500 meters from the port of Giglio
island, everything is still remembered: no one has yet forgotten the
image of the giant collapsed and defeated made the rounds of the
world, the pain and tears for the 32 victims along with the terror stuck
in the eyes of the survivors, the extreme use of emergency vehicles,
the generosity of the islanders, the responsibilities of the crash, the
alarm given late and the abandonment of shipwrecks.
But for that tragic night there is another story that few know: that of
the group of 8 firefighters who with their commander rescued
hundreds of trapped, in a spasmodic battle against time. It is among these heroes who have remained unknown to the public that Virginia Piccolillo, a Corriere della Sera journalist, and Luca Cari, head of emergency communications for the National Fire Brigade, pay tribute to the book “Apnea”, published by Mondadori the 10th year since the shipwreck. Walking in the dark on the slippery and sloping floor of a ship with over 4,000 people that now seemed ready to sink (in fact no one knew that Concordia would run aground on two granite spurs), faced with an unexpected scenario to which they had to react with speed and initiative, Albi, Andre, Bartolo, Beppe, Bronco, Lallo, Massi and Trap – these are the nicknames of the men who achieved the feat – never stopped, giving the fear of death, feeling it over, but without drowning, with the sole desperate goal of helping as many passengers as possible who were trapped by that sheet metal monster. A rescue that the fire brigade has never considered heroic in recent years, but merely part of the work of a well-trained firefighter in danger and emergency. And it is precisely the sense of this “normality”, together with the pride that they have done their duty, that the protagonists have kept in their hearts and memories, keeping within them, in “apnea”, every moment they lived in its bowels. of the hovering city was transformed from a paradise of fun to hell. “Luck and ability, courage and recklessness together, were concentrated in a conjuncture in the lives of eight normal men who achieved a great feat. They kept to themselves. A little advertising campaign in the news, a few speeches and stories. It was very difficult to share it with anyone. “It is impossible not to be emotionally involved in a very vivid story, so true that it can convey to the reader intact and powerful all the feelings and thoughts, the sense of self-denial and adrenaline,” “in the constant desire to dedicate himself to the end, risking in the first person to locate and rescue all the survivors who failed to escape after being ordered to leave the ship.” Piccolillo at the end, “But that night they still carry with them the bitterness, never dormant, that they can not to help even those who failed. .
Impossibility. They were all dead when, belatedly warned, they hurried to board the ship.
But from that moment on there were no other victims. They know it. They are proud of that. But they do not boast. They are convinced that they have done only what anyone would have done. “Luca Bernabei Written by Matteo Liuzzi and Niccolò Martin and edited by Maria Francesca Gagliardi, the series (which also has video content, directed by Laszlo Barbo) narrated by Carlo Lucarelli and distributed exclusively on Rai Play and Rai Play Sound starting January 13.
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IL DRAMMA DELLA CONCORDIA RICOSTRUITO IN UNA SERIE TV
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TV SORRISI E CANZONI, 18/01/2022
IL 13 GENNAIO è stato il decennale del naufragio della Costa Concordia in cui persero la vita 32 persone.
Per non dimenticare quella drammatica vicenda, la Lux Vide realizzerà una serie tv intitolata “Apnea”. Si
ispira all’omonimo libro di Luca Cari e Virginia Piccolillo, e a un videopodcast già disponibile su RaiPlay e
RaiPlay Sound.
APNEA, IL LIBRO SULL’IMPRESA DEI PRIMI VIGILI DEL FUOCO A BORDO DELLA COSTA CONCORDIA
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CHIARA BIANCHINI, EMERGENZA 2.0, 24/01/2022
Si chiamano Albi, Andre, Bartolo, Beppe, Bronco, Lallo, Massi e Trap, gli 8 vigili del fuoco di
Grosseto che, insieme al comandante Ennio Aquilino, sono saliti a bordo della Costa Concordia
nella notte del 13 gennaio 2012, riuscendo a salvare oltre 60 persone che erano rimaste
intrappolate nelle cabine e nei corridoi della nave. A dieci anni da quella notte, la loro storia è
stata raccontata e raccolta nel libro “Apnea” di Luca Cari, responsabile della comunicazione in
emergenza del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, e Virginia Piccolillo, giornalista del Corriere
della Sera, edito da Mondadori, poi diventato un podcast e presto una serie tv, prodotti da Lux
Vide. In questa intervista a Luca Cari, scopriamo insieme come è nato il libro e alcuni aspetti,
anche emotivi, emersi durante l’intervento sulla Concordia.
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LIBRI/CONCORDIA, 'APNEA': IL SALVATAGGIO CON GLI OCCHI DEI VIGILI DEL FUOCO
Il libro edito da Mondadori in questi giorni nelle librerie
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GIUSEPPE CIONTI, ASKANEWS, 27/01/2022
Roma, 27 gen. (askanews) - Ci sono delle esperienze che rendono in qualche modo
dei reduci chi le vive, con tutto il portato di ricordi ed implicazioni psicologiche che
questo comporta. Certamente il dramma dell'affondamento della Costa Concordia
all'Isola del Giglio può farne parte a buon diritto annoverando insieme superstiti e
soccorritori, soprattutto coloro che per primi giunsero quella notte del 13 gennaio
2012 per prestare i soccorsi e mettere in salvo più persone possibili.
'Apnea', il libro scritto dal portavoce dei Vigili del fuoco Luca Cari e dalla giornalista
Virginia Piccolillo, edito da Mondadori, racconta proprio di quegli otto Vigili del fuoco
e del loro comandante chiamati, per primi, a salire a bordo del pachiderma ferito e
ormai inclinato su un fianco. Un finale segnato e pericoloso per le sue potenziali
conseguenze. Di quell'episodio unico (e speriamo irripetibile) per la marineria non
solo italiana si è molto parlato in questi dieci anni discettando sugli aspetti tecnici
prima e giudiziari poi. Ma nel setaccio delle ricostruzioni giornalistiche e della cronaca era sfuggito un particolare importante, che il libro disvela per la prima volta. Si tratta proprio dell'operato degli otto Vigili altamente specializzati di fronte a quello che per loro, in quella terribile nottata, sembrò ineludibile: la scelta tra la propria vita e quella dei passeggeri. A raccontarlo oggi è proprio Luca Cari, autore del libro e collega di quel team di primo intervento, che è stato testimone e protagonista visivo di quel salvataggio straordinario. Askanews lo ha intervistato.
'Questo libro - spiega Cari - è centrato su un arco temporale relativamente ridotto ma certamente decisivo, cioè il soccorso della prima, tragica notte, quella dell'affondamento il 13 gennaio. Non parla, quindi, di ciò che è avvenuto prima o dopo, delle cause che hanno portato al disastro, e volutamente non parla delle responsabilità o del ruolo del Comandante Schettino ma fa riemergere la storia di 8 vigili del fuoco e del loro comandante. Parte dalla notte precedente al naufragio, raccontando ciò che questi uomini stavano facendo, la loro vita nella quotidianità, ignara di quello che li attendeva di lì a poco. Addirittura si cita un episodio particolare quanto
premonitore. Uno dei vigili del team che intervenne poi al Giglio, con la sua fidanzata, passò, infatti, in macchina sull'autostrada e vide in lontananza una grande nave illuminata all'ancora nel porto di Civitavecchia: appunto la Concordia. La stessa fidanzata gli chiese se lui, appassionato di vela, avrebbe fatto l'esperienza di una crociera su una nave gigantesca come quella. L'uomo, senza pensarci su, le rispose di escluderlo. Un avvicinamento al dramma, dal fronte di chi sarà poi chiamato al soccorso, che si conclude tra le 21 e le 22 del famigerato 13 gennaio quando partirono le chiamate dalla Sala operativa del Comando. All'inizio i protagonisti pensarono addirittura ad uno
scherzo. La cornice era inverosimile: una nave da crociera di quella portata, con 5 mila persone a bordo, incagliata alle viste di un porto, di fronte all'Isola del Giglio. Ma purtroppo non fu
così ed ecco i nostri otto protagonisti arrivare tutti separatamente sul posto e salire sulla Concordia. Ci salgono e ne usciranno solo alle sei del mattino. Da questo particolare è nato il titolo del libro: 'Apnea', perché di questo si è trattato...'.
D. Anche lei è giunto subito sul posto, tra gli operatori. Cosa si porta dentro anche a distanza di tanti anni?
CARI - 'Di interventi ne ho visti tanti durante la mia esperienza professionale ma la particolarità di questo sta proprio, valutando quello che si è scoperto proprio grazie alle testimonianze contenute nel libro, nella predisposizione, direi interiore, di questi uomini. Erano persone preparatissime ma non si può esserlo fino al punto di mettere in conto, in questo caso ne ebbero la convinzione, il dover sacrificare la stessa propria vita per mettere in salvo il numero più alto possibile di persone. Mi spiego meglio: quei colleghi ebbero in quelle ore la quasi certezza che la nave sarebbe affondata di lì a poco. Sentivano i rumori della chiglia, il suo scivolare sulle rocce al largo del Giglio. I sinistri rumori che lo accompagnavano. Sapevano che il fondale lì era di 70 metri mentre la nave, al massimo ne misurava 45. Questo significava che sarebbe stata completamente inabissata e le persone al suo interno non avrebbero avuto scampo. L'operatore dei Vigili del fuoco, come gli altri, valuta, calcola, ha la protezione necessaria per intervenire in sicurezza, ma se la nave avesse proseguito nel suo scivolamento, per loro ci sarebbe stata la morte sicura. E lo sapevano. Malgrado questo scelsero di salvare tutti, fino alla fine, portando via il numero più alto di persone possibile dalla nave. Questo pensiero, però, psicologicamente ti può bloccare, ti distrae e ti complica il lavoro. In questi casi il motivetto secondo il quale 'il pompiere paura non ne ha' naturalmente non dice il vero! Nel nostro raccolto c'è anche questo aspetto intimo e le risposte che gli otto Vigili si diedero: chi eliminò dalla sua mente il pensiero della famiglia per non limitarsi, chi, invece, ci pensò perché gli dava più forza. Io ho partecipato subito al soccorso, li conosco personalmente ma non avevo capito questa loro situazione, prima che la riportassimo nel libro'.
D. Quali altri particolari emergono dalle loro testimonianze?
CARI - 'Si riesce quasi, direi, a toccare con mano la difficoltà di quell'intervento di soccorso. Questi uomini raccontano di essere entrati in un mondo capovolto e cieco, infilandosi completamente al buio, in pozzi profondi 20 metri, senza alcuna visuale, con il pericolo di toccare mobilia o altri oggetti che ti avrebbero potuto portare a fondo. Una città rovesciata, un paese di 4 mila persone lungo 300 metri, cioè come tre campi di calcio, visto che la nave aveva avuto un rovesciamento di 80 gradi, con scale sotto-sopra. Si camminava sulle pareti con tutti i loro ostacoli, e si sono ispezionate, ad una ad una, 1.500 cabine, con porte che si aprivano sotto i loro piedi e che bisognava sollevare, spesso tirando su pesi incredibili se c'era qualcosa che era finita ad ostruire il passaggio. L'orgoglio che queste persone ci danno come operatori del soccorso pubblico è che, in questo caso, si è riusciti a mettere in salvo tutti i passeggeri visto che, purtroppo, come hanno appurato anche le indagini successive, le persone decedute lo erano già all'arrivo dei soccorritori. Un compito che, però, ha comportato un enorme sforzo emotivo e fisico soprattutto verso quanti sono stati letteralmente accompagnati verso la salvezza dopo che i Vigili del fuoco sono saliti dalla biscaglina di prua. Molti, è il loro racconto, si trovavano in uno stato di shock tale da non potersi
muovere. Erano come paralizzati e sono stati portati via ad uno ad uno da prua a poppa. Poi i soccorritori sono scesi nei ponti 4 e 5 entrando nel ventre della nave. E' qui, nel buio più totale,
illuminati solo dalla piccola luce che portavano sul casco, che gli otto hanno sentito quei rumori sinistri dello scivolamento della nave verso il fondo. Una esperienza che non avevano mai raccontato prima, e che non si erano neppure mai comunicati tra loro. Solo dopo hanno appreso che la Concordia si era, di fatto, ancorata tra due speroni di roccia arrestando il suo scivolamento. Quanti furono portati fuori dalla nave, una settantina, erano persone che non sarebbero mai uscite da sole, perché terrorizzate, alcune in ipotermia, altre ferite gravemente dentro alle cabine. Uno sforzo collettivo che ha visto anche la partecipazione del comandante della squadra entrato pure lui nella nave per cercare qualcuno della catena di comando della Concordia per avere da loro mappe della nave o conoscere la situazione a bordo. Ma non si trovò nessuno, e questo complicò ancor di più il lavoro dei soccorritori che ovviamente si muovevano senza alcuna indicazione sulla 'geografia' della nave'.
D. Quale è, tra i tanti, l'episodio che l'ha più colpita nell'intervento degli otto Vigili del fuoco sulla Concordia?
CARI - 'Forse il salvataggio della hostess coreana, tra le ultime ad essere messa in sicurezza, con una frattura scomposta della gamba a causa dell'impatto. Mi ha stupito, direi, la genialità del soccorritore che non riuscendo a spostarla a causa del dolore provocato dalla frattura e dovendola far passare da una parete divenuta ormai il pavimento pieno di ostacoli, a causa dell'inclinazione della nave, scorge una lampada su quello che era il soffitto, la rompe e riesce a farne una sorta di steccatura per la gamba fratturata in grado di farla scivolare per portarla all'uscita. Qui c'è una inventiva ed un intuito per trovare una soluzione in casi così estremi che mi colpisce sempre. Soprattutto in un ambiente così difficile, con il poco tempo a disposizione e il buio totale che circonda la scena. Sicuramente si è trattato di gente preparata che si sapeva muovere in quell'ambiente, ma ci devi sempre mettere del tuo, adattare le tecniche ai casi concreti e questo non è affatto scontato'.
D. Nel campo del soccorso c'è un prima e un dopo Costa Concordia? Insomma quella tragedia ci ha insegnato qualcosa?
CARI - 'Certamente. Prima del 13 gennaio del 2012 quella era una ipotesi non presa in considerazione in nessuna parte del mondo, intendo il rovesciamento di una nave da crociera davanti ad un porto. Noi avevamo un Pos, Procedure operative standard, che contemplavano questo intervento. Insomma al Giglio si è trattato, nei fatti, di un intervento mai compiuto prima nella storia. La nostra è stata una esperienza empirica, adattata a quel momento e ad una situazione specifica. Ora tutto ciò è diventata esperienza condivisa con tutto il mondo. E' stata una scuola, sperando ovviamente che non ce ne sia mai più bisogno'.
APNEA, LA SERIE TV SUI NOVE EROI DELLA COSTA CONCORDIA
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Liberamente ispirata all’omonimo libro di Virginia Piccolillo e Luca Cari
TVSERIAL.IT, 03/02/2022
Quando esce Apnea?
Apnea, serie tv in arrivo, nasce a dieci anni dalla tragedia della
Concordia. È prodotta da Lux Vide. Il 13 gennaio 2022, nel
frattempo, è uscito un podcast di Matteo Liuzzi, Niccolò
Martìn, Francesca Gagliardi per la regia di Laszlo Barbo e la
voce narrante di Carlo Lucarelli per ripercorrere quanto
successo. È notizia riportata il 9 gennaio 2022 da Il Corriere
della Sera la realizzazione di una fiction sul tema. Ancora non
è stata comunicata una data di uscita. Restiamo in attesa di
maggiori informazioni da parte della casa di produzione o del
distributore (non ancora definito).
Trama di Apnea, anticipazioni
Apnea è una fiction liberamente ispirata al libro omonimo di cui sono due gli autori. Lo firmano Virginia Piccolillo, giornalista de Il Corriere della Sera e Luca Cari, che è responsabile della comunicazione in emergenza del corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Il produttore della serie è Luca Bernabei di Lux Vide che, nell’intervista già citata spiega il senso di questa impresa televisiva: raccontare “la storia dei nove vigili che hanno rischiato la loro vita per salvarne altre ed è rimasta nascosta per tutti questi anni”. È proprio da lui che è scaturita l’idea di narrare quello che hanno vissuto “nove eroi, finora sconosciuti al pubblico, del più grande disastro navale italiano”.
Questo non significa che Apnea sia una serie tv dai toni da “disaster movie”. È più corretto definirla come un “racconto di una vittoria del Bene sull’orrore di una tragedia”, stando alle parole del produttore.
Apnea è una storia vera?
Con gli episodi di questa serie torniamo alla notte del 13 gennaio 2012. A seguito di una manovra rischiosa la Costa Concordia va a sbattere contro uno scoglio situato nell’arcipelago toscano vicino all’isola del Giglio. È un errore fatale perché sul lato sinistro della carena si apre una falla di settanta metri. Trentanove naufraghi sono portati in salvo da otto vigili del fuoco e dal loro comandante. Sono trentadue i decessi su 4229 persone, tra passeggeri e equipaggio. Il produttore Luca Bernabei apprende la storia vera della Costa Concordia per caso, un paio di anni fa. Frequentando Sandro Scoccia, uno dei membri dell’equipaggio, in quel dell’Argentario gli chiede consigli su come governare una barca. Così entrano in argomento e viene svelato cosa è accaduto davvero quella notte tremenda. Luca Bernabei è sorpreso perché questa storia incredibile è rimasta sotto un velo di non detto. Sandro Scoccia non lo è. Nessuno è a conoscenza dell’opera di salvataggio “perché è il nostro dovere”. Adesso, grazie ad Apnea, i nove eroi della Concordia verranno riconosciuti come tali.
Cast di Apnea, attori e personaggi
Ancora non abbiamo notizie sui membri del cast, ma conosciamo i soprannomi dei membri dell’equipaggio e del comandante: Albi, Andre, Bartolo, Beppe, Bronco, Lallo, Massi, Trap, Ennio Aquilino (comandante)
Trailer di Apnea, esiste già?
È ancora presto per vedere il trailer della prima stagione, giacché la produzione dei nuovi episodi è appena annunciata. Nell’attesa, abbiamo una chicca sul titolo. In un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera del 9 gennaio 2022 il produttore Luca Bernabei spiega il senso del titolo. Apnea è “quella che hanno vissuto nelle dieci ore di soccorso: sapevano di entrare in quell’inferno, non sapevano se ne sarebbero usciti”.
Episodi di Apnea, quanti sono?
Non è stato ancora annunciato il numero di episodi e restiamo in attesa di comunicazioni da parte della produzione. Nel panorama televisivo italiano a giugno del 2021 è uscita un’altra storia su una tragedia del nostro Paese. In quel caso l’emittente è stata Sky che per Alfredino - Una storia italiana ha proposto quattro episodi. Non è comunque determinante sul numero di puntate che potrebbe avere Apnea, ma solo un paragone per associazione di idee.
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LIBRI: “COSTA CONCORDIA”, 8 POMPIERI E L’IMPRESA MAI RACCONTATA
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STEFANO BARRICELLI, AGI, 12/02/2022
13:52 (AGI) – Roma, 12 feb. - Una manovra
inutilmente azzardata. Una “città galleggiante”
che affonda troppo in fretta. Trentadue vite
inghiottite dal buio. Della tragedia della Costa
Concordia, la nave da crociera finita su una delle
rocce del Giglio la sera del 13 gennaio 2012, è stato detto e scritto di tutto. Ma mai quella maledetta, interminabile notte era stata narrata direttamente dalla squadra dei vigili del fuoco che per primi salirono a bordo e per sette lunghissime ore, in una disperata corsa contro il tempo, salvarono tutti quelli che ancora potevano essere salvati rischiando – consapevolmente – la propria vita. “Apnea. Costa Concordia: 8 vigili del fuoco e l'impresa mai raccontata” (edizioni Mondadori), il libro scritto da Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza dei vigili del fuoco, e Virginia Piccolillo, giornalista del ‘Corriere della Sera’, è la somma di tante storie - rievocate in prima persona dai protagonisti – che, messe assieme, fanno la storia di un salvataggio eccezionale, diverso da qualsiasi altro del passato, e per il quale non esistevano, nè avrebbero potuto esistere, protocolli operativi.
Quando Lallo, Trap, Bronco, Albi, Beppe, Andri, Massi, Bartolo e il Com, il loro comandante – tutti i pompieri hanno un loro soprannome – ‘scalano’ la nave ‘abitata’ da oltre 4 mila passeggeri, aperta da uno squarcio lungo 50 metri e largo 7, l’incredibile è già diventato realtà: l’acqua ha allagato tre compartimenti, le luci e i motori si sono spenti, quella che doveva essere una serata di divertimento e relax di fine crociera si è trasformata per troppi in un appuntamento con la morte. Dalle prime, caotiche, frammentarie notizie i soccorritori avevano intuito che si sarebbero trovati di fronte ad una emergenza eccezionale, ma di fronte alla sagoma del ‘mostro’ incagliato e ribaltato su un fianco, il primo aggettivo che viene nella mente e sulle labbra di tutti è: “impossibile”. Una volta a bordo, ci vogliono pochi istanti per capire che sarà difficilissimo muoversi in un mondo rovesciato, dove la murata da verticale ha preso un’inclinazione quasi orizzontale, pareti e pavimenti sono invertiti, le scale si aprono sulle pareti e gli oblo’ stanno sotto i piedi. E dove, soprattutto, ogni prospettiva cambia rapidamente, nell’oscurità attenuata solo dalle luci d’emergenza, con la nave che scivola e ruota e il rumore del ferro che geme strisciando contro la roccia. “La scommessa è su chi fa prima. Se lei a inabissarsi o noi a tirar fuori tutti...”; “non usciremo da questa nave finchè non li avremo salvati tutti, a costo di morire con loro...”, “li trovi, li porti fuori, li lasci a poppa, riprendi la caccia...”.
L’hostess con tibia e perone spezzati, moglie e marito bloccati in fondo a una cabina, due ragazzi prigionieri di un pozzo, ed altri prima e dopo di loro: tutti in salvo, tutti portati fuori, in un modo o nell’altro, in qualche caso con tecniche ‘inventate’ al momento.
Lallo, Trap, Bronco, Albi, Beppe, Andri, Massi, Bartolo durante il loro intervento avevano una sola certezza: che la nave sarebbe affondata. Ma non hanno mai avuto dubbi sulla necessità di andare avanti.
“Non siamo superman come pensa mio figlio. il nostro lavoro è fatto di addestramento, fatica, sudore, sofferenza”, raccontano nel libro; “Non è un mestiere facile, non fai che incontrare il dolore e lo assorbi: anche se impari a conviverci, te lo porti dentro, non se ne va mai del tutto”; “quando incontri le persone e comprendi dallo sguardo che sono in difficoltà, ecco senti che la tua è una missione”. Una missione in cui il risultato non lo ottieni mai grazie al singolo, ma solo grazie al "gruppo”. E al “lavoro di squadra”. (AGI) BAS
APNEA. COSTA CONCORDIA: 8 VIGILI DEL FUOCO E L’IMPRESA MAI RACCONTATA DI LUCA CARI E VIRGINIA PICCOLILLO
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LIBRIAMOCI BLOG, 18/02/2022
Sono trascorsi dieci anni dal naufragio della Concordia, eppure sembra passato pochissimo tempo
da quel tragico 13 gennaio 2012 quando quella che fino a quel momento fu l’ammiraglia della
marineria italiana fece naufragio all’isola del Giglio.
Fu una tragedia che tenne l’intero Paese con il fiato sospeso e che appassionò le persone incredule
davanti ad una sciagura che pareva impossibile, un fatto che stette sotto i riflettori della cronaca dai
primi istanti di quella fredda notte di gennaio fino al recupero e allo smantellamento del relitto.
Il naufragio della Concordia, a processo concluso, è stato oggetto di ricostruzioni, di racconti, di
cronache e di storie in cui il dolore, la rabbia e l’incredulità si sono mescolate per lungo tempo.
Però, prima di tutto questo, fin dai primi istanti in cui la notizia fece il giro del mondo, il sentimento
dominante fu quello della speranza di poter vedere quante più persone possibile salve in quella
tragedia.
E, a salvare le persone, furono altre persone, professionisti che hanno fatto del soccorso il loro
lavoro, una quotidianità scandita da operazioni orientate a portare aiuto a coloro che, per svariate
ragioni, si trovano in difficoltà e in pericolo.
“Apnea” non è “un altro” libro sul naufragio della Concordia, è il racconto corale di otto Vigili del
Fuoco che hanno deciso di aprirsi e raccontare “dal di dentro e in presa diretta” quelle che furono
le operazioni di salvataggio all’interno di una nave, di quasi 300 metri di lunghezza, che si stava
adagiando sulla murata di dritta dopo che uno scoglio sommerso aveva sventrato la sua chiglia a
causa di una manovra di inchino che se non fosse stata eseguita avrebbe evitato la perdita di molte
vite umane.
L’assoluta bellezza di queste pagine sta nel portare agli occhi del lettore il racconto di un lavoro
inimmaginabile, in cui i tratti eroici dei soccorritori sono messi in ombra dalla straordinarietà degli
aspetti umani, dove incertezza, paura, stanchezza e coraggio hanno dato vita ad una miscela di
sensazioni che ha rappresentato il carburante necessario a questi otto pompieri per portare a
termine le operazioni di evacuazione di decine e decine di persone che ancora si trovavano a bordo,
alcune delle quali ferite gravemente, senza perdere un istante, senza mai fermarsi a prendere fiato,
in apnea, la stessa apnea e lo stesso fiato sospeso con cui si leggono queste 140 pagine che scorrono velocissime.
Il racconto diretto dei protagonisti di quelle ore, che andarono da quelle immediatamente successive al naufragio fino all’alba quando la luce del giorno rivelò al mondo le reali dimensioni di quel tragico incidente, rende questo libro una testimonianza fondamentale per capire la sofferenza di chi lavorò senza sosta per strappare alla morte (anche con la forza della disperazione) diverse decine di persone, senza mai cedere.
Se la cronaca di quegli istanti ci ha fatto immaginare la paura per quanto accaduto e ci ha fatto percepire il freddo reso ancora più intenso dall’acqua salata in quella notte di gennaio, servivano questi racconti per farci udire i rumori delle lamiere di quel gigante d’acciaio ferito a morte intervallati dai silenzi resi ancora più tragici dall’oscurità che insieme all’acqua invadeva i corridoi dei ponti percorsi con grande difficoltà per colpa dell’inclinazione, alla ricerca di persone da trarre in salvo, una sinfonia agghiacciante in cui il ritmo era scandito dai rotori degli elicotteri e dal respiro reso affannoso dalla stanchezza.
Davvero si trattiene il fiato leggendo queste testimonianze, e si avvertono la fatica, la sete e il dolore fisico di chi ha dato il tutto e per tutto quella notte, lasciando il calore della quotidianità serale per tuffarsi in un inferno di acciaio, oscurità, salsedine e paura.
“Apnea” non solo permette di conoscere la tragicità di quei momenti attraverso la testimonianza di otto Vigili del Fuoco ma, a distanza di dieci anni, per la prima volta, consente di conoscere i tratti umani di otto eroi che, unitamente a tante altre persone hanno evitato che il naufragio della Concordia potesse diventare una tragedia ancora più grande.
Queste pagine sono la prova che la realtà supera sempre la fantasia e che gli eroi veri sono quelli che ci circondano, quelli che mettono a repentaglio la loro vita per portare aiuto agli altri, con professionalità, senso del dovere e con umanità. Perchè è stata proprio la loro umanità e il loro essere prima uomini che eroi, a dargli la forza di compiere salvataggi che hanno tutto il sapore della straordinarietà e il valore unico e incommensurabile delle vite umane strappate alla morte.
www.libriamociblog.it
PROGETTO HALAESUS, UNA RASSEGNA CON GLI ARTISTI DEL TERRITORIO
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VITERBO NEWS 24, 02/04/2022
Civita Castellana - Artisti del territorio animano la vita culturale della città. Oggi
pomeriggio, alla presenza del sindaco Luca Giampieri, dell'assessore alla Cultura
Simonetta Coletta e di buona parte della giunta e del consiglio comunale, nella
sala conferenze della curia vescovile è stato presentato dalla bravissima Paola
Angelelli, il programma del progetto 'Halaesus'. Una rassegna culturale ideata e
fortemente voluta dall'amministrazione comunale per dare risalto ai valori e agli
artisti originari del territorio, che si svolgerà nei prossimi due mesi.
A Civita Castellana, dunque, aprile e maggio porteranno eventi culturali diversi tra
loro ma che avranno tutti come protagonisti principali artisti civitonici che si sono
spesi nel mondo culturale e artistico in ambito locale e nazionale. Presentazioni di
libri, rappresentazioni teatrali, proiezioni di film e cortometraggi, concerti,
passeggiate guidate, incontri, talk show: queste le attività in programma,
ambientate alla Curia vescovile, all'Auditorium delle suore francescane, al duomo
dei Cosmati e sulla Via Amerina.
Il nome del progetto, 'Halaesus', fa riferimento al personaggio mitologico che ha
dato origine alla fondazione di Civita Castellana. Idealmente composta da cinque moduli (letteratura, cinema, teatro, musica e percorsi turistico-culturali), la rassegna 'Halaesus' offrirà per ogni weekend, a partire da venerdì 8 aprile, un programma ricco di eventi aperti al pubblico e fruibili gratuitamente. L'iniziativa, che diventerà un appuntamento annuale, vuole simboleggiare un segno di rinascita, un ritorno alla condivisione attraverso la cultura, per riunire la collettività con la forza edificante dell'arte dopo i lunghi mesi bui della pandemia.
Per la sezione dedicata ai libri verrà presentato 'Apnea', testo tratto dalle vicissitudini dei processi di soccorso nel tragico episodio della Costa Concordia, di dieci anni fa, a cura del responsabile comunicazione nazionale in emergenza per i vigili del fuoco, Luca Cari, che racconterà della sua narrativa accattivante, nata da esperienze su campo e da cui è stata presa ispirazione per l'omonima serie andata in onda su RaiPlay. Sempre per il ramo letterario, la scrittrice Valentina Vegni presenterà il suo libro 'Ombre di Marmo. Una storia di coraggio ai piedi della colonna Traiana', uscito il 19 agosto scorso per Armando Editore, che ci porterà nell'atmosfera dell'epoca traiana del II secolo d.C.
Per il settore cinema invece, l'amministrazione comunale avrà la collaborazione di artisti locali che, con la loro operosità, hanno portato fuori dai confini del territorio l'immagine della propria città e si sono distinti nel mondo delle arti, anche attraverso la danza oltre che con la recitazione. Tra questi il regista Pier Francesco Cari, già premiato in diversi festival, il quale, trasferitosi a Milano, ha girato un docufilm disponibile a breve sulle più seguite piattaforme digitali, dal titolo 'l'Invisibile', per raccontare la tematica pandemica legata al Covid-19. Oltre a lui anche Roberto Moscioni che, in qualità di esperto del settore è stato chiamato a portare una testimonianza ad ampio spettro su film e produzioni cinematografiche ambientati a Civita Castellana. Per il teatro ci sarà la nota attrice Francesca Bellucci, di recente protagonista nel film 'Freaks out' che l'ha portata al Festival del Cinema di Venezia. L'attrice parteciperà, insieme alla sua compagnia teatrale, proponendo l'opera 'Quello che resta', il cui trailer è sul canale YouTube. Tra i giovani ospiti anche Riccardo Ferrauti, fresco di studi all'accademia, che presenterà lo spettacolo 'Lux', articolato e basato su argomenti di grande attualità.
Verranno invitati anche musicisti affermati ed emergenti, come il pianista Alessio Nelli e la talentuosa cantante Arianna Silveri in arte Olivia, presentati da Paola Angelelli, il cantante pop Andrea Manocchio, per esibizioni live e concerti ma anche per dibattiti e racconti inerenti il mondo musicale, le storie di alcuni album e le esperienze di carriera ad essi legate. Nell'elegante architettura del Duomo dei Cosmati si terrà poi un concerto che vedrà come protagonisti la giovane pianista prodigio Giorgia Melone, premiata di recente alla Carnegie Hall di New York, gli altrettanto giovanissimi Ginevra Profili e Gabriele Manoni, con la speciale partecipazione della violinista dell'orchestra sinfonica nazionale ucraina VIktoria Trach e del Maestro Filippo Belloni.
Infine, la rassegna prevederà anche l'organizzazione di percorsi itineranti alla scoperta della storia e delle origini di Civita Castellana, con escursioni studiate ad hoc dalla guida Luca Panichelli e inerenti la via Amerina e i suoi dintorni, con conferenze a cura dell'architetto e storico Ettore Racioppa e con una mostra fotografica di Flavia Tronti che, attraverso il suo obiettivo, ci parlerà dei luoghi e del dna di Civita Castellana e della sua più importante risorsa e caratteristica distintiva, la ceramica. Le serate saranno introdotte e moderate da Beatrice Manocchio.
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AL VIA LA RASSEGNA HALAESUS. SPAZIO AGLI ARTISTI DEL TERRITORIO
Il progetto è stato presentato ieri nella sala conferenze della Curia
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ALFREDO PARROCCINI, IL CORRIERE DI VITERBO, 03/04/2022
Alla presenza del sindaco Luca Giampieri e dell'assessore alla Cultura Simonetta Coletta, Paola
Angelelli ha presentato (nella sala conferenza della curia vescovile) il programma del progetto
"Halaesus", rassegna culturale ideata e fortemente voluta dall'amministrazione comunale per
dare risalto ai valori e agli artisti originari del territorio.
Presentazioni di libri, rappresentazioni teatrali, proiezioni di fiom e cortometraggi, concerti,
passeggiate guidate, incontri, talk show: queste le attività in programma, ambientate nella Curia
vescovile, all’Auditorium delle suore francescane, al duomo dei Cosmati e sulla Via Amerina.
Il nome del progetto, "Halaesus*, fa riferimento al personaggio mitologico che ha dato origine alla
fondazione di Civita Castellana. Idealmente composta da ciunque moduli (letteratura, cinema,
teatro, musica e percorsi turistico-culturali) la rassegna offrirà per ogni weekend, a partire da
venerdì 8 aprile, un programma ricco di eventi gratuiti. Per la sezione libri verrà presentato
“Apnea”, testo tratto dalle vicessitudini dei processi di soccorso nel tragico episodio della Costa
Concordia, di dieci anni fa, a cura del responsabile comunicazione nazionale in emergenza per
i vigili del fuoco, Luca Cari. La scrittrice Valentina Vegni presenterà il suo libro “Ombre di Marmo.
Una storia di coraggio ai piedi della colonna Traiana”. Per il settore cinema invece il regista Pier
Francesco Cari ha girato un docufilm disponibile a breve sulle più seguite piattaforme digitali, dal
titolo “L’Invisibile”, per raccontare la tematica pandemica legata al Covid-19. Roberto Moscioni, in
qualità di esperto del settore, porterà testimonianze su produzioni cinematografiche ambientati a Civita Castellana. Per il teatro ci sarà la nota attrice Francesca Bellucci, di recente protagonista nel
film "Freaks out" che l'ha portata al Festival del Cinema di Venezia, con l'opera “Quello che resta". Tra i giovani ospiti anche Riccardo Ferrauti che presenterà lo
spettacolo "Lux". Verranno invitati anche musicisti affermati come il pianista Alessio Nelli e la talentuosa cantante Arianna Silveri in arte Olivia e Il cantante pop Andrea Manocchio. Al Duomo si terrà un concerto con protagonisti la giovane pianista prodigio Giorgia Melone e i giovanissimi Ginevra Profili e Gabriele Manoni, con la speciale partecipazione della violinista ucraina Viktoria Trach e del Maestro Filippo Belloni. Infine ci saranno escursioni sul territorio studiate dalla guida Luca Panichelli, conferenze dell’architetto Ettore Racioppa e una mostra fotografica di Flavia Tronti. Le serate saranno moderate da Beatrice Manocchio. Tutti gli appuntamenti consultabili sul sito del Comune.
CIVITA CASTELLANA. LA CULTURA RINASCE CON LA NUOVA RASSEGNA HALAESUS
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PAOLO BALDI, IL MESSAGGERO, 03/04/2022
Presentata a Civita Castellana la primavera culturale. Il programma del progetto Halaesus,
patrocinato dall'amministrazione comunale, prevede diciotto appuntamenti culturali
(8 aprile-29 maggio) con artisti del territorio.In calendario presentazioni di libri,
rappresentazioni teatrali, proiezioni di film e cortometraggi, concerti, passeggiate guidate,
incontri, talk show: queste le attività in programma, ambientate alla Curia vescovile,
all'Auditorium delle suore francescane, al duomo dei Cosmati e sulla Via Amerina.
Il nome del progetto, "Halaesus" fa riferimento al personaggio mitologico che ha dato
origine alla fondazione di Civita Castellana. Idealmente composta da cinque moduli
(letteratura, cinema, teatro, musica e percorsi turistico-culturali), la rassegna "Halaesus"
offrirà per ogni weekend, a partire da venerdì 8 aprile, un programma ricco di eventi
aperti al pubblico e fruibili gratuitamente. «L'iniziativa, che diventerà un appuntamento
annuale, - ha annunciato il sindaco, Luca Giampieri - vuole simboleggiare un segno di
rinascita, un ritorno alla condivisione attraverso la cultura, per riunire la collettività con la forza edificante dell'arte dopo i lunghi mesi bui della pandemia». Per la sezione dedicata ai libri verrà presentato "Apnea”, scritto dopo il tragico episodio della Costa Concordia, del responsabile comunicazione nazionale per i vigili del fuoco, Luca Cari. La rassegna prevede anche percorsi itineranti alla scoperta della storia e delle origini di Civita Castellana, con escursioni studiate dalla guida Luca Panichelli inerenti la via Amerina, con conferenze a cura dell'architetto Ettore Racioppa. Per la musica appuntamento con il pianista Alessio Nelli e la talentuosa cantante Arianna Silveri in arte Olivia.
“APNEA. COSTA CONCORDIA 8 VIGILI DEL FUOCO E L'IMPRESA MAI RACCONTATA”.
LUCA CARI PRESENTA IL LIBRO
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MAREMMANEWS, 10/01/2024
Grosseto: Sembra ieri, tutti i telegiornali, i giornali, i social, lanciavano la notizia del tragico naufragio della Costa Concordia. Invece era il 13 gennaio del 2012. La nave da crociera che andò a sbattere su alcuni scogli di fronte l'Isola del Giglio, causando un parziale affondamento dello scafo, portò alla tragica morte di 32 persone. La grande maggioranza dei passeggeri riuscì a salvarsi grazie alle ordinarie manovre di salvataggio, mentre una cinquantina di altri ospiti fu evacuata grazie alla generosità e al coraggio di otto pompieri.
Luca Cari sabato 13 gennaio ore 18 presenta il libro “Apnea. Costa Concordia 8 vigili del fuoco e l’impresa mai raccontata” edito Mondadori presso l’hotel Granduca a Grosseto.
Insieme all’autore, saranno presenti i vigili del fuoco per svelare cosa è veramente successo dentro le viscere della Costa Concordia, una città galleggiante che trasportava oltre 4000 persone fra passeggeri e persone a bordo.
Luca Cari è responsabile della comunicazione in emergenza del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Per l’inchiesta “Noi pompieri nel barcone dell’orrore” ha vinto il Premio giornalistico “Giustizia e Verità” Franco Giustolisi 2016. Ha inoltre pubblicato Mai più Concordia (2014), Non sono Dio (2014) e Maledetto Appennino (2017). È subito intervenuto per la tragedia della Concordia e nel 2014 gli è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica.
APNEA, IL RACCONTO DEI VIGILI DEL FUOCO
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"Apnea. Costa Concordia 8 vigili del fuoco e l’impresa mai raccontata". E’ questo il titolo del libro di Luca Cari.
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LA NAZIONE, 12/01/2023
"Apnea. Costa Concordia 8 vigili del fuoco e l’impresa mai raccontata". E’ questo il titolo
del libro di Luca Cari (nella foto) che sarà presentato domani alle 18 nella sala dell’hotel
Granduca, a Grosseto. L’incontro con l’autore è organizzato dalla libreria Mondadori di
Corso Carducci e sarà moderato da Mariarita Grieco, vice direttrice del Tg1.
Proprio nel giorno del dodicesimo annivesario della tragedia avvenuta di fronte all’Isola
del Giglio che causò la morte di 32 persone, nel libro si ripercorrono le fasi dei primissimi
soccorsi: la grande maggioranza dei passeggeri riuscì a salvarsi grazie alle ordinarie
manovre di salvataggio, mentre una cinquantina di altri ospiti fu evacuata grazie alla
generosità e al coraggio di otto pompieri (che saranno presenti all’incontro).
8 POMPIERI IN APNEA
“Siamo finalmente saliti in cima alla nave, ma non è facile starci. La nave dà grossi scossoni e restare in piedi sulla murata liscia come una lastra di ghiaccio è complicato. Il rumore del ferro che striscia contro la roccia è un gemito che dice tutto. La nave sta andando a fondo. Non so che fine faremo.” Albi. Andre. Bartolo. Beppe. Bronco. Lallo. Massi. Trap. Sono i soprannomi degli otto pompieri saliti a bordo della Costa Concordia mentre imbarcava acqua dopo un inchino suicida a soli novanta metri dall’isola del Giglio, all’altezza degli scogli della Gabbianara. Era il 13 gennaio 2012, ultima tappa della crociera “Profumo d’agrumi”.